
L'origine del termine "Neuropsicologia" risiede nella necessità clinica di integrare le conoscenze anatomiche e fisiologiche del sistema nervoso centrale, proprie del campo medico, con gli approcci della psicologia cognitiva e comportamentale riguardanti il funzionamento mentale e i modelli di apprendimento, al fine di analizzare e affrontare le disfunzioni cerebrali nei pazienti.
La Neuropsicologia, infatti, è la disciplina che studia le alterazioni del comportamento e del funzionamento cognitivo e affettivo, causate da lesioni, disfunzioni focali o diffuse del sistema nervoso centrale (ischemia, trauma cranico, anossie cerebrali, tumore cerebrale, sclerosi multipla, ecc.), acquisite, congenite o geneticamente determinate (Mild Cognitive Impairment, Alzheimer, Parkinson, Autismo, Disturbo Specifico dell'Apprendimento, ecc.). Il Neuropsicologo valuta la presenza e la gravità dei deficit comportamentali, cognitivi e affettivi dei pazienti affetti da lesioni o disfunzioni cerebrali, con finalità diagnostiche, prognostiche e riabilitative, occupandosi anche di prevenzione.

La Neuropsicologia, definita come un'attività clinica di diagnosi e cura dei processi cognitivi, comportamentali, affettivi e relazionali, è un ambito riservato esclusivamente agli Psicologi iscritti all'Albo (Laurea Magistrale LM-51, 1000 ore di tirocinio post-lauream, superamento esame di stato), come sancito dalla legge 56/1989 (tratto da documento OPL Prot. 08/4025 del 25/03/2008). Lo specialista in Neuropsicologia può partecipare a concorsi in strutture del SSN come dirigente psicologo, ma legalmente non è diversificato dallo specialista in qualsiasi altro ambito di area psicologica (D.P.R. 10 dicembre 1997, n. 483. Regolamento recante la disciplina concorsuale per il personale dirigenziale del Servizio sanitario nazionale).
Ma come si diventa Neuropsicologi?
La formazione nel campo della Neuropsicologia può avere inizio già durante il percorso di laurea, attraverso la scelta di percorsi curriculari caratterizzanti. Ma per potersi definire "Neuropsicologi" il CNOP raccomanda fortemente di intraprendere un percorso di Specializzazione in Neuropsicologia, o, in alternativa aver svolto un'attività teorico-pratica professionalizzante supervisionata in neuropsicologia clinica per un totale di 4000 ore preso enti accreditati.
Inoltre, lo specialista in Neuropsicologia, deve obbligatoriamente aver acquisito una vasta gamma di conoscenze teoriche, scientifiche e professionali riguardanti i principali disturbi cognitivi ed emotivo-motivazionali associati a lesioni o disfunzioni del sistema nervoso in tutte le fasi della vita (infanzia, età adulta e età senile). Questa preparazione deve essere specifica nell'ambito diagnostico, abilitativo e riabilitativo, e deve includere competenze nel monitoraggio dell'evoluzione temporale dei deficit Neuropsicologici.
In questa ottica, rivestono grande importanza anche la comprensione anatomica e fisiologica del sistema nervoso centrale, i modelli cognitivi dell'elaborazione delle informazioni e i deficit Neuropsicologici associati a una varietà di condizioni mediche, inclusi disturbi neurologici, metabolici, internistici e genetici. L’attività del Neuropsicologo si caratterizza, inoltre, tramite la formazione continua e l’implementazione delle più recenti scoperte e metodologie delle neuroscienze cognitive e affettive.
Data la complessità delle competenze teoriche e pratiche necessarie per essere un neuropsicologo clinico, frequentare la scuola di specializzazione rappresenta il percorso più adeguato e completo. In Italia è possibile farlo dal 1999, data in cui è nata la prima scuola di specializzazione.
Attualmente in Italia le scuole di specializzazione in Neuropsicologia (dati aggiornati al 06/04/2024) sono:
- Università Cattolica del Sacro Cuore = 10 posti – 188 CFU (4325 ore di tirocinio)
- Università Vita e Salute (San Raffaele) = 5 posti – 178 CFU di tirocinio
- Università di Padova = 7 posti – 168 CFU tirocinio
- Università Milano-Bicocca = 5 posti – CFU tirocinio non dichiarati
- Università di Torino = 10 posti – CFU tirocinio non dichiarati
- Università Vanvitelli = 6 posti – 160 CFU tirocinio
- Università La Sapienza = 8 posti – 144 CFU
- Università di Trieste (bando ogni due anni) = 6 posti – 150 CFU tirocinio
Questi percorsi formativi post-laurea quadriennale dedicati, includono anche la possibilità di acquisire l'abilitazione alla pratica psicoterapeutica mediante il conseguimento dei crediti formativi previsti.
(*ovviamente "NON specializzato" si riferisce in Neuropsicologia, la scuola di specializzazione in Psicoterapia forma psicologi specializzati, ma non in questo ambito.)
Ma cosa fa precisamente un neuropsicologo?
Le principali attività del neuropsicologo possono essere sintetizzate in 3 grandi macroaree:
1. OSSERVAZIONE: raccolta anamnestica sulla storia clinica del paziente ed osservazione clinica del comportamento con raccolta qualitativa e quantitativa dei segni e dei sintomi Neuropsicologici.
2. VALUTAZIONE: identificazione e quantificazione dei deficit cognitivi ed emotivo-motivazionali causati da lesioni o disfunzioni cerebrali, che possono riguardare diverse aree come la memoria; le funzioni esecutive; la regolazione delle emozioni e del comportamento; la consapevolezza; il linguaggio; la lettura; la scrittura; il calcolo; la percezione visiva e spaziale; l'attenzione e la cognizione sociale. L'obiettivo è la definizione di un quadro unitario e specifico della persona per un orientamento diagnostico che consideri aspetti deficitari, abilità residue e impatto sul funzionamento quotidiano. Tale compito necessita di un'approfondita conoscenza delle scale valutative, dei test e dei loro fondamenti teorici, per poter scegliere lo strumento più adatto. Quindi è importante che vi sia una buona formazione sulle procedure di somministrazione, di correzione ed interpretazione dei risultati. Quest'ultima avviene, infatti, sia con tecniche statistiche specifiche sia per confronto con dati normativi (quadro di riferimento per confrontare la prestazione di un individuo rispetto alla popolazione, tenendo conto di fattori come: genere, età e scolarità). Infine, vi è la stesura di una relazione clinica.
3. TRATTAMENTO: Sviluppare programmi di abilitazione, riabilitazione o stimolazione cognitiva per aumentare la qualità di vita e l'autonomia funzionale; facilitando l'identificazione e l'uso di strategie compensative dei deficit e per ottimizzare il recupero o lo sviluppo di abilità cognitive deficitarie. Di solito si inserisce all'interno di un progetto individualizzato in cui si considera la fase del ciclo di vita, il modello biopsicosociale e i trattamenti evidence-based.
Va tenuto, però, in considerazione, che possono essere declinate in modo differente anche in base alla specifica richiesta di valutazione Neuropsicologica ed al suo contesto. Ad esempio può provenire da specialisti medici, medici di medicina generale o dai familiari del paziente o anche dal paziente stesso. Gli specialisti più comuni che richiedono tale valutazione sono neurologi, geriatri e medici di medicina fisica e riabilitativa.
In quali contesti può intervenire quindi?
· DIAGNOSTICO: Valutazione precoce, quantificazione, inquadramento clinico e gestione di disfunzioni cognitive conseguenti a patologie neurologiche, lesioni cerebrali traumatiche, demenza, disturbi dello sviluppo o patologie psichiatriche.
· CLINICO-INTERNISTICO: Il Neuropsicologo può essere utile in diversi reparti oltre a quelli tradizionalmente associati alla Neuropsicologia. Può collaborare con neurologi, psichiatri, geriatri, oncologi ed equipe di riabilitazione per valutare e gestire pazienti con una vasta gamma di disturbi neurologici, psichiatrici e medici (ad esempio Sclerosi Multipla, malattie psichiatriche, condizioni mediche generali etc.).
· RIABILITATIVO: Si occupa di strutturare un trattamento, valutando l'entità di un danno, le risorse residue di un paziente e gli strumenti più indicati per fornire un servizio altamente individualizzato.
· RICERCA: Il Neuropsicologo, anche in ambito ospedaliero, può condurre ricerche scientifiche per comprendere meglio il funzionamento del cervello, lo sviluppo cognitivo, i meccanismi alla base dei disturbi Neuropsicologici e l'efficacia delle terapie e degli interventi di riabilitazione. Il Neuropsicologo, infatti, possiede diverse competenze e conoscenze come quelle relative alle specifiche capacità cognitive mentali ed al loro substrato cerebrale ma anche relative alle neuroimmagini funzionali (fMRI, PET, tDCS, TMS, ecc.), tecniche spesso utilizzate per l'assessment pre-chirurgico, nella valutazione di trattamenti farmacologici e in protocolli di stimolazione cognitiva.
· GIURIDICO: In sede di tribunale, spesso, le valutazioni Neuropsicologiche sono necessarie nei casi in cui viene richiesta una perizia medico-legale, ad esempio, per una valutazione di un danno biologico per concedere, attraverso Giudici Tutelari, l'amministrazione di sostegno o per verificare la capacità di intendere e volere della persona esaminata.
· MEDICINA LEGALE: La valutazione Neuropsicologica può essere richiesta, rispetto alla necessità di inquadramento delle funzionalità lavorative, in occasione di rientro al lavoro di un paziente o da commissioni deputate al rilascio/rinnovo di patenti di guida o per il rilascio dell'invalidità.
BIBLIOGRAFIA:
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