Mercoledì 16 marzo si è tenuto in Senato l’incontro “Il Bonus psicologico. E oltre.” in cui si è parlato di bonus e, in generale, di Salute Mentale, ragionando sulle prospettive future che implicheranno obbligatoriamente una ristrutturazione e degli investimenti economici nel SSN ma non solo. Riportiamo di seguito quanto emerso.
L'incontro è stato promosso dalla Senatrice Elisa Pirro (Movimento 5 Stelle) e dal promotore della petizione sul Bonus Psicologo Francesco Maesano (giornalista del TG1). Si sono avvicendate, parlando del tema, altre figure politiche di maggioranza e di opposizione, ad indicare la volontà di ogni schieramento politico di interessarsi e di promuovere la Salute Mentale: Caterina Biti e Filippo Sensi (Partito Democratico), Patrizia Marrocco (Forza Italia), Celeste D'Arrando (Movimento 5 Stelle), Nicola Stumpo (Liberi E Uguali) e Maria Teresa Bellucci (Fratelli D'Italia). Inoltre, sono stati coinvolti anche il Presidente dell'Ordine Nazionale degli Psicologi David Lazzari, la Presidente della Fondazione "The Bridge" Rosaria Iardino - che persegue lo scopo di tutelare il diritto inalienabile alla Salute - e Fiamma Goretti, Responsabile della Comunicazione di Change.org, la piattaforma su cui la petizione è stata presentata e firmata da 320.000 persone. Infine, siamo stati coinvolti anche noi di L.A.Psi. e The Good Lobby, organizzazione che si impegna a influenzare eticamente le decisioni pubbliche facendo pressione sulle istituzioni affinché vengano tutelati i diritti di tutti, in rappresentanza di una ampia coalizione che sta lavorando su un grande pacchetto di riforme sulla salute mentale. Non vogliamo spoilerarvi troppo, ma abbiamo in cantiere delle grandi e importanti proposte che coinvolgeranno tutta la categoria professionale.
Andiamo dritti al punto: per quanto riguarda l’erogazione e la gestione del Bonus, Ministero della Salute e Ministero dell’Economia non hanno ancora trovato una quadra, ma entro 10 giorni deve essere tutto pubblicato nei Decreti Attuativi. Non si sa se sarà un click-day (speriamo vivamente di no, per evitare una corsa a chi arriva prima) e non si sa ancora se si passerà dal Medico di Medicina Generale per avere la ricetta rossa, per intenderci, e poter richiedere il bonus. Non si sa se si possono presentare le fatture dopo aver svolto le 8 sedute (come è avvenuto, per esempio, con il Bonus Mobilità) o se bisogna iniziare il percorso solo dopo averlo richiesto. Tuttavia, c’è l’intenzione, da verificare del tutto, di inserire tra le figure professionali anche gli psicologi non psicoterapeuti. Restiamo in attesa ma speriamo di potervi fornire qualcosa in più nei prossimi giorni.
Durante l’incontro, i temi toccati sono stati tanti. A partire, ovviamente, dal Bonus e dai suoi sviluppi futuri. Tutte le figure che si sono avvicendate sono state d'accordo su un punto fondamentale: il Bonus non può essere un punto d'arrivo, ma un primo grande passo verso l'eliminazione di un tabù e dello stigma sulla Salute Mentale e una spinta a investire in Psicologia e nel potenziamento delle strutture territoriali pubbliche per rispondere alle richieste sempre più pressanti della cittadinanza. Dati ISTAT alla mano, il 30% della popolazione negli ultimi due anni ha richiesto un supporto psicologico, a causa della pandemia ma non solo (il trend del bisogno di un percorso psicologico è in aumento costante da più di un decennio).
In merito a questo aspetto, la politica deve infatti capire quali siano le necessità della popolazione e rispondere prontamente con il potenziamento e la creazione di servizi pubblici per capovolgere il paradigma che la Salute Mentale sia solo un processo di cura. Bisogna intervenire parlando di prevenzione e promozione della Salute Mentale e di benessere psicologico. Se il SSN interviene solo quando è necessaria una cura, significa nascondere sotto il tappeto il problema e ritrovarsi senza le risorse adeguate a rispondere ad un numero sempre più crescente di accessi nei Dipartimenti di Salute Mentale.
Un esempio è dato dalla differenza, in termini economici, di quanto è stato investito in Inghilterra per rispondere alle richieste della popolazione in tema di Salute Mentale: 2,3 miliardi di Sterline contro i 20 milioni di Euro previsti per il Bonus. Si tratta di una misura insufficiente, anche rispetto a ciò che era stato chiesto a fine 2021 nella Legge di Bilancio (50 milioni). Anche altri Paesi Europei hanno agito tramite misure emergenziali: in Francia a partire dal 5 di Aprile partirà l’emissione dei voucher promossi dal Governo Francese per coprire 8 sedute, in Spagna e in Germania verranno adottate delle strategie simili. Ma si tratta di una spia che la popolazione ha acceso per richiedere interventi sulla comunità. Il Bonus, in questo caso, rappresenta un appello alla politica di parlare di psicologia e di Salute Mentale per poter abbattere quel muro che, purtroppo, ancora esiste in alcune realtà in cui la malattia mentale viene vista come uno stigma, come qualcosa di cui vergognarsi e per cui bisogna nascondersi. Pertanto bisogna capire quale sarà la prospettiva per il SSN.
In termini di investimenti, i soldi non potranno essere attinti dal PNRR ma dovranno essere presi da Fondi governativi, da avanzi di bilancio dei vari Ministeri, da altro e si dovrà decidere a breve, perché è urgente tornare a investire concretamente grandi cifre e non “un po’”, come è avvenuto fino ad ora. Nelle Case delle Comunità, previste dal PNRR, dovranno confluire anche le figure psicologiche (anche se nel testo al momento non lo sono).
Per parlare di Salute come viene intesa dall’OMS (“uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non “assenza di malattie o infermità”) è necessario dare totale dignità ad ogni aspetto bio-psico-sociale della persona senza circoscrivere il diritto ad accedere ai servizi solo fino a un certo importo ISEE. Il rischio è di veder buttare via questi (pochi) finanziamenti a discapito del concetto intrinseco al nostro SSN di universalità della Salute. Non ci deve essere la contrapposizione tra Medicina e Psicologia, tra chi somministra farmaci e chi cura attraverso altri strumenti scientifici. Fare in modo che la figura dello Psicologo sia considerata allo stesso modo di come si considera il Medico di Medicina Generale o il Pediatra di libera scelta significa normalizzare la Salute Mentale. Non esiste, infatti, un solo “disagio mentale”, ma esistono più livelli. E ogni livello può essere gestito da diverse figure, tra cui lo psicologo, il cui ruolo è essenziale proprio per la prevenzione della cronicità.
Un ultimo, importante, aspetto trattato nell’incontro riguarda la formazione e gli ambiti in cui la Psicologia deve essere inserita. Bisognerà ripensare al concetto di formazione, a partire dalle università: con le Lauree Abilitanti si è fatto un grande passo in avanti ma non basta. È necessario, infatti, valutare la creazione di nuovi indirizzi più specialistici e, similarmente a cosa sta avvenendo per Medicina, ripensare al numero chiuso, in quanto il rischio di assenza di turnover all’interno del SSN nei prossimi 10 anni è molto alto, quasi una certezza. Ma è necessario parlare anche di formazione post-lauream: la situazione attuale, infatti, è che per specializzarsi in psicoterapia gli Psicologi devono svolgere delle Scuole di Specializzazione della durata di 4 anni mentre, per ottenere lo stesso titolo, per gli Psichiatri basta richiedere al loro Ordine una semplice annotazione. In tal modo, si perde il senso della specificità formativa della specializzazione in psicoterapia che dovrebbe fare acquisire delle competenze aggiuntive e non essere una mera formalità.
L’attenzione nei confronti degli aspetti fin qui citati è essenziale per dare allo Psicologo la possibilità di essere efficace nella risposta alle esigenze della cittadinanza. Di conseguenza, è necessario che venga inserito in ogni contesto sociale: nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle organizzazioni, nelle strutture di prossimità territoriale, nel rispondere ai diversi contesti emergenziali.
Ed è su questi ultimi aspetti che stiamo concentrando i nostri obiettivi, per poter dare finalmente una risposta a ciò che la cittadinanza sta chiedendo da tempo. La Psicologia a disposizione di tutti.
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