Ogni anno, il 10 ottobre, il mondo si unisce per celebrare la Giornata Mondiale della Salute Mentale, un'occasione per aumentare la consapevolezza sulla salute mentale e affrontare le sfide che questa area affronta. In Italia, come in molti altri paesi, ci sono questioni pressanti che richiedono una profonda riflessione e azioni concrete.
Fondi Inadeguati per la Salute Pubblica.
La salute mentale dovrebbe essere parte integrante della salute pubblica, ma spesso la mancanza di finanziamenti adeguati compromette gli sforzi nella prevenzione e nel trattamento dei problemi di salute mentale. L'articolo de “Il Sole 24 Ore” evidenzia la sfida finanziaria nella salute mentale: la richiesta da parte del Comparto Sanità di almeno 2 miliardi di euro di aumento delle risorse sarebbe necessaria per affrontare le crescenti esigenze legate alla salute mentale e per garantire un trattamento adeguato a chi ne ha bisogno. Questa manovra, però, si contrappone a tagli di bilancio nella spesa sanitaria (2 miliardi di tagli da parte del Governo attuale); questa decisione appare incoerente, in una situazione in cui la richiesta di risorse per la salute mentale è in aumento, e in cui da parte dei cittadini è presente una sempre maggiore consapevolezza circa l’importanza di questi temi.
Attualmente il nostro Paese dedica appena il 3,4% della spesa sanitaria, mentre in paesi come Germania, Norvegia e Francia stanziano il 10% al settore della salute mentale. Questo divario sottolinea la necessità urgente di investimenti maggiori nella salute mentale per garantire un sistema adeguato di prevenzione e trattamento. L'Intesa sancita il 21 dicembre relativa alla "nuova metodologia per il calcolo dei fabbisogni di personale del SSN" rappresenta un passo nella giusta direzione. Introducendo nuovi aspetti organizzativi e standard minimi di personale per l'assistenza territoriale, questa intesa cerca di affrontare le sfide organizzative e strutturali all'interno del sistema di salute mentale. Tuttavia, ci sono ulteriori sfide da affrontare, come la riforma complessiva del sistema, la gestione del personale, la riduzione delle differenze tra strutture pubbliche e private e l'aumento del personale specializzato, compresi medici, psicologi e altri professionisti sanitari.
È importante notare che la spesa aggiuntiva necessaria per attuare questi standard rappresenterebbe solo una percentuale relativamente bassa rispetto al finanziamento totale del sistema sanitario nazionale. Questo sottolinea che investire nella salute mentale è non solo eticamente importante ma anche finanziariamente sostenibile, in quanto può contribuire a ridurre i costi a lungo termine associati a malattie mentali non trattate e non prevenute.
Il Bonus Psicologo: Un Passo Insufficiente.
L'offerta di un bonus per i professionisti della salute mentale è un tentativo di incentivare l'accesso ai servizi di consulenza, ma è un passo spesso ritenuto inadeguato, in quanto i fondi sono risultati insufficienti per il numero di richieste pervenute e in quanto l’utilizzo di queste risorse finanziare poteva essere utilizzato per incrementare servizi sanitari pubblici che avrebbero garantito una maggiore equità e continuità nella prevenzione e nel trattamento di problemi inerenti la salute emotiva e mentale della popolazione. Inoltre, è importante notare che, nonostante l'annuncio del bonus, la nuova finestra per richiederlo non è stata ancora aperta, poiché non è stato emanato un decreto ufficiale a tal riguardo. Questo ritardo nella sua attuazione potrebbe ritardare ulteriormente i benefici previsti per i pazienti in cerca di assistenza.
Strutture Pubbliche Insufficienti.
Una delle principali preoccupazioni riguarda la carenza di strutture pubbliche per la salute mentale. La domanda di assistenza psicologica e psichiatrica è in costante aumento, ma le risorse non seguono il passo. I dati evidenziano che ci sono enormi disuguaglianze regionali nell'accesso ai servizi pubblici di salute mentale, con alcune regioni meglio fornite rispetto ad altre. Ad esempio, la Lombardia ha il doppio del personale dedicato alla salute mentale rispetto a molte altre regioni del sud Italia. Questa disuguaglianza geografica crea disparità nell'accesso ai servizi, con lunghi tempi di attesa per la terapia e il trattamento. Situazione nelle Strutture Sanitarie.
Per quanto riguarda la situazione attuale circa i servizi di salute mentale all’interno del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), la situazione non è affatto rosea. Nel 2019, sono stati assunti 4.973 psicologi all'interno del SSN, ma nel 2020, questo numero è diminuito a 4.790, registrando una contrazione di 200 professionisti in un solo anno. Questo calo può essere attribuito principalmente alla mancanza di turnover, ovvero al fatto che i professionisti esistenti si stanno ritirando per pensionamento o lasciando il settore per altre ragioni, senza essere sostituiti adeguatamente.
Per avere una visione più ampia, è importante notare che si prevede l'assunzione di 4.000 psicologi all'interno del SSN nei prossimi 5 anni. Questo numero è significativamente inferiore rispetto al fabbisogno reale. Attualmente, ci sono solo 3,8 psicologi ogni 100.000 abitanti, mentre il fabbisogno stimato è di 66,7 psicologi ogni 100.000 abitanti. Questa situazione pone una serie di sfide critiche per l'accesso ai servizi di salute mentale in Italia. La scarsità di psicologi nel SSN limita la capacità del sistema sanitario di fornire assistenza adeguata a coloro che ne hanno bisogno, le liste d'attesa per le cure psicologiche potrebbero essere lunghe, e molte persone potrebbero non ricevere l'assistenza necessaria in tempi utili.
Secondo l’articolo presente su “Sos Sanità”, è emersa un’urgente preoccupazione per l'uso di tirocinanti come sostituti a lungo termine del personale sanitario, visti i fondi insufficienti e la conseguente mancanza di assunzioni e turnover nelle strutture sanitarie. Questo problema è ancorato ai dati concreti che indicano che i tirocinanti vengono utilizzati per coprire posti vacanti nel personale, spesso senza un'adeguata supervisione o una puntuale formazione a causa del basso numero di strutturati. Un altro aspetto critico da tener presente è che essi svolgono un ruolo essenziale senza ricevere un compenso adeguato al loro lavoro, questo solleva preoccupazioni significative sia dal punto di vista dei diritti dei tirocinanti che della qualità dei servizi erogati. Questo aspetto non solo rappresenta una violazione dei loro diritti lavorativi, ma crea anche un conflitto intrinseco nel sistema.
Da un lato, si chiede loro di sostenere la forza lavoro della salute mentale e, dall'altro lato, si nega loro un trattamento equo in termini di pagamento e formazione adeguata. Questo cortocircuito mette in pericolo la qualità del servizio offerto, poiché si affida un lavoro così delicato a persone che vengono sfruttate dallo stesso sistema che ci si aspetta che reggano. La questione del pagamento e delle condizioni dei tirocinanti nel settore della salute mentale dovrebbe essere affrontata in modo urgente, sia per garantire una retribuzione equa che per assicurare che il personale che lavora in questo settore critico sia adeguatamente preparato e motivato.
Anche il benessere emotivo degli operatori della salute mentale è una preoccupazione crescente, il burnout è un problema diffuso, e il settore sembra trascurare il benessere dei propri lavoratori, nonostante siano loro ad affrontare problemi di salute mentale tutti i giorni. Il benessere emotivo degli operatori della salute mentale è cruciale per garantire servizi di alta qualità, le difficoltà riscontrate dagli operatori sanitari dovrebbero essere affrontate attraverso programmi di supporto e riduzione dello stress. Ironia della sorte, durante la Giornata Mondiale della Salute Mentale, emerge la contraddizione di una società che celebra la consapevolezza sulla salute mentale, ma spesso trascura il benessere emotivo dei propri lavoratori in questa settore.
Prevenzione Marginalizzata.
Uno degli aspetti critici della gestione della salute mentale in Italia risulta, infine, la marginalizzazione della prevenzione. Spesso, le risorse e gli sforzi sono concentrati principalmente sulla cura delle condizioni mentali una volta che si sono manifestate in forma acuta o cronica. Questa percezione ha portato spesso a una sottovalutazione dei fattori di rischio e delle misure preventive. Invece, è altrettanto cruciale investire in programmi di prevenzione che mirino a prevenire lo sviluppo di tali disturbi in primo luogo. Molte sfide legate alla salute mentale possono essere affrontate in modo efficace attraverso l'adozione di misure preventive. Ciò include programmi di sensibilizzazione, promozione del benessere mentale nelle scuole e sul luogo di lavoro, interventi precoci per individuare e trattare problemi in fase iniziale, e la creazione di ambienti sociali che promuovano il benessere emotivo e sociale. La prevenzione è fondamentale per ridurre la prevalenza e l'impatto dei problemi di salute mentale nella società, migliorando la qualità della vita e riducendo anche i costi sanitari a lungo termine.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, è essenziale riflettere su queste sfide e comprendere che la salute mentale è un tema prioritario che la politica non può più rimandare o demandare. La salute mentale dovrebbe essere trattata con la stessa importanza della salute fisica nella pianificazione e nell'erogazione dei servizi sanitari. Speriamo che questa giornata possa servire come catalizzatore per promuovere una maggiore consapevolezza e per sollecitare azioni concrete per migliorare la situazione della salute mentale in Italia, basate su dati concreti che dimostrano le sfide che questa area affronta.
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Articolo scritto dalla
dott.ssa Alice Mercugliano
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