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ATTACCO ALLA PROFESSIONE: che cosa sta succedendo?

In questi giorni siamo venuti a conoscenza di quello che può essere definito a tutti gli effetti un vero e proprio attacco nei confronti della nostra professione. Ma di che cosa stiamo parlando esattamente?


Vi ricorderete forse la vicenda inerente alla proposta del CNOP di un sondaggio atto a verificare la volontà dei suoi iscritti di una modifica del nostro Codice Deontologico, e di come un gruppo di Scuole di Specializzazione si fosse mosso inviando una serie di email ai propri iscritti affinché le risposte a tale sondaggio venissero di fatto date in massa in maniera “pilotata”.


Sono ormai passati alcuni mesi e dei risultati di quel sondaggio non se ne è più saputo nulla... fino ad oggi.





È di qualche giorno fa infatti la pubblicazione di un “Manifesto per la Psicoterapia” che rende chiari quali siano gli intenti di questa coalizione di Scuole di Specializzazione: l’esclusione degli psicologi non psicoterapeuti da gran parte degli atti tipici della professione. Ma cosa vuol dire, all’atto pratico? Lo psicologo non psicoterapeuta, secondo questo manifesto, potrà svolgere solo attività di promozione e prevenzione della salute mentale, essendo tagliato fuori dal prendere in carico pazienti in quanto tale competenza vorrebbe essere resa ad appannaggio esclusivo degli psicoterapeuti.

Per fare ciò si stanno muovendo nuovamente per raccogliere consensi attraverso un mail bombing (trovate qui sotto un esempio di mail) degli iscritti alle loro Scuole di Specializzazione per chiedere loro di firmare un documento che verrà presentato e fatto sottoscrivere ai prossimi candidati alle elezioni del CNOP (in quanto il prossimo anno ci saranno le elezioni degli Ordini regionali e il rinnovo del Consiglio Nazionale), e alla Commissione Atti Tipici che si riunirà il 10 ottobre per discutere del questionario inerente la modifica del codice deontologico.




Ma andiamo per gradi. Vi proponiamo qui di seguito per punti quelli che riteniamo essere le affermazioni più sconcertanti portate avanti da questo gruppo. In grassetto potrete vedere le varie affermazioni proposte.



Introduzione di un nuovo articolo nel Codice Deontologico

Innanzitutto, per la legge italiana esiste la figura dello psicologo come professione normata da un Ordine Professionale, in quanto il ruolo di psicoterapeuta è una specializzazione che può essere ottenuta sia da psicologi che da medici (come riportato dall’Art. 3 della legge 56/89). Dunque quali sarebbero questi fantomatici “strumenti e tecniche conoscitive e di intervento riservati alla professione psicoterepeutica”? Una domanda destinata ad avere una sola risposta: la psicoterapia e nulla più.



Modifica dell’articolo 5

Se non avete notato nulla di strano vi dobbiamo informare che esiste una cosa chiamata “terapia psicologica” e che questa può essere svolta da chiunque sia abilitato come psicologo, sia esso psicoterapeuta o meno. Ma questa modifica proposta che cosa significa? Che in sostanza lo psicologo non psicoterapeuta non potrebbe più svolgere sedute di terapia psicologica in quanto tale competenza diventerebbe esclusiva degli psicologi e medici psicoterapeuti. Viene inoltre proposto qui che vi sia una formazione continua (obbligo ECM) esclusiva per gli psicologi e medici psicoterapeuti e ben differenziata da quella degli psicologi non psicoterapeuti. Con ciò di nuovo si sta provando a portare avanti il messaggio in chiara contraddizione con l’Art. 1 della legge 56/89 che per l’appunto esplicita quali siano gli Atti Tipici della professione psicologica: tutti gli interventi di stampo psicologico eccezion fatta per la psicoterapia.



Modifica dell’articolo 37


Qui si sta in sostanza proponendo che gli psicologi non psicoterapeuti non possano intervenire e prendere in carico pazienti con una diagnosi clinica di psicopatologia, ma essi dovranno rimandare tali pazienti a colleghi psicoterapeuti (psicologi o medici). Di nuovo viene da chiedersi per quale motivo uno psicologo non psicoterapeuta che annualmente svolge una formazione continua, che magari si è pure formato attraverso percorsi accademici e post-laurea (master), e che da anni lavora con disturbi psicologici conclamati, debba dall’oggi al domani rimandare i propri pazienti a un collega psicoterapeuta che magari ha appena finito la Scuola di Specializzazione. In questo caso possiamo apertamente dire che la tutela del paziente è l’ultimo dei problemi di chi sta sponsorizzando tali modifiche, puntando all’organizzazione di un business sulla pelle della nostra categoria professionale. In maniera più ampia l’obiettivo di questo gruppo di Scuole di Specializzazione è quello di creare una lobby a tutela degli interessi economici di alcune Scuole di Specializzazioni private e di una parte degli iscritti all’Ordine (psicologi non psicoterapeuti), e non come alluso di tutelare gli interessi dei pazienti.


Altro punto portato avanti da questo gruppo è quello inerente alla svalutazione dello psicologo non psicoterapeuta per il semplice motivo che quest’ultimo ha una formazione in termini quantitativi inferiore considerando i 4 anni di Specializzazione degli psicoterapeuti. Andrebbe tuttavia ricordato che il sistema ECM equipara, per mezzo della procedura di esonero, un anno di Scuola di Specializzazione a un anno di formazione ECM. Si potrebbe aprire una discussione infinita sulla qualità dei corsi ECM, ma davvero la qualità dell’insegnamento delle Scuole private è sempre al di sopra di ogni possibile sospetto?



Proviamo a fare invece un po’ di chiarezza e informazione.

  1. Lo psicologo è il professionista sanitario della cura psicologica. A curare e il fare terapia psicologica in Italia è in primis lo psicologo, non necessariamente ed esclusivamente lo psicoterapeuta. Di fatto, lo psicologo psicoterapeuta cura in quanto psicologo specializzato in uno specifico metodo di cura della psicologia.

  2. Lo psicologo che opera in ambito clinico-sanitario è terapeuta nella misura in cui persegue finalità terapeutiche. Non è quindi necessario essere anche psicoterapeuta per definirsi terapeuta. Lo psicologo è un terapeuta anche se non psicoterapeuta per il semplice fatto che terapeuta è chi cura e fa terapia e lo psicologo svolge esattamente queste attività.


A conferma di quanto sopra riportato vi è anche una comunicazione ufficiale del CNOP che riporta:


La professione di psicologo è regolamentata dalla legge 56/1989 e dalla legge 3/2018. La psicoterapia, che è un’attività compresa nelle professioni di psicologo o medico e non una professione autonoma, è regolamentata dall’articolo 3 della legge 56/1989. Lo psicologo è un professionista sanitario (Legge 3/2018), le cui attività professionali comprendono la prevenzione, la diagnosi, l’abilitazione, la riabilitazione e il sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità (Legge 56/1989). L’attività dello psicologo - specializzato o meno in psicoterapia - si svolge quindi sia in contesto clinico che non clinico, anche in presenza di sintomatologie psicopatologiche, e prevede una propria autonomia professionale. Non è ammissibile una lettura per cui lo psicologo sprovvisto di specializzazione in psicoterapia non possa svolgere attività clinica o sanitaria, o non potrebbe svolgerla in autonomia.“



Ma invece oggi in tutto ciò l’Ordine che cosa ha da dire?

Qualche giorno fa tale coalizione di Scuole di Specializzazione si è riunita per presentare pubblicamente i punti e le proposte sopra descritti invitando a tale incontro anche il presidente del CNOP David Lazzari. Non conosciamo la natura di tale partecipazione e non vogliamo fare speculazioni o interpretazioni di qual si voglia sorta; tuttavia riteniamo che l’Ordine debba prendere una netta posizione contro questi attacchi alla categoria che dovrebbe rappresentare e difendere invece di continuare a tacere sulla vicenda.


Per concludere consideriamo assurde le pretese di questo manipolo di “professionisti” che ad oggi è (fortunatamente) equiparabile neppure all’1% dell’intera categoria professionale, composto anche da iscritti all’Ordine dei Medici, e che si arroga il diritto di parlare a nome dell’intera categoria proponendo le sue richieste ad un Ordine che dovrebbe chiudere loro ogni possibile porta.

Invece di continuare una guerra tra poveri (psicologi non psicoterapeuti vs. psicologi psicoterapeuti), bisognerebbe guardare oltre per scorgere neanche troppo lontano come spesso e volentieri professionisti specializzati (in psicoterapia) formino “figure professionali” che di professionale hanno ben poco come ad esempio life coach, counselor e compagnia bella. Magari sarebbe dunque il caso di farsi un esame di coscienza al riguardo prima di porsi come paladini della giustizia in soccorso dei poveri pazienti maltrattati da coloro non in possesso di una Specializzazione.



Concludiamo invitando chiunque dovesse mai ricevere una mail che chieda di sottoscrivere simili affermazioni, di mettere in atto quel pensiero critico che dovremmo portare avanti in quanto psicologi e di non farci manipolare in maniera così facile da chi in sostanza vuole svalutare la categoria professionale alla quale appartenete.


Se volete sostenere la nostra Associazione nelle sue iniziative per la valorizzazione della professione psicologica potete farlo tesserandovi al costo simbolico di 10€ per l'intero anno, cliccando al seguente link: https://www.liberaassociazionepsicologia.com/diventa-socio-1.


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