Siamo giunti al termine di questa seconda sessione del 2022 e abbiamo un quadro più definito di come è andato il primo anno di Esame di Stato dopo l’entrata in vigore della Legge 8 novembre 2021 n.163 e dei successivi Decreti Interministeriali.
Anche in questa sessione le polemiche non sono mancate e abbiamo ricevuto molte segnalazioni specialmente per alcune sedi, prontamente condivise con gli Ordini Regionali.
Ma cosa è successo in questa sessione?
Qual è stato l’andamento?
E qual è il confronto con la scorsa sessione?
Il primo dato che risalta è l’incremento delle iscrizioni (4575) rispetto alla sessione di giugno (3687), in totale controtendenza rispetto agli anni passati, ottenendo un +24% tra una sessione e l’altra. Anche il numero di abilitazioni è aumentato (4062) rispetto alla scorsa sessione (3205), restituendo un +27%.
Questo delinea anche un aumento della media di abilitazioni tra prima (87%) e seconda sessione (89%), in coerenza con i numeri fino ad ora evidenziati, facendo presumere che la situazione sia stata del tutto ottimale.
Anche in questo caso, dipende esclusivamente dall’Ateneo di riferimento. E anche in questa sessione ci sono stati dei casi in cui i decreti non sono stati minimamente rispettati.
Non è assolutamente un caso che le sedi con le percentuali più basse (Parma 53%, Firenze 66% e Bari 67%) sono quelle da cui ci sono arrivate più segnalazioni e sono le stesse per cui ci siamo attivati anche nella scorsa sessione. Firenze è quella per cui la situazione è parsa più critica, con l’Ordine della Toscana non pervenuto se non per ribadire gli ambiti di intervento della nostra professione, in cui la commissione ha più volte ribadito che “la conoscenza puntuale della clinica è condizione necessaria e sufficiente per passare l’esame ed entrare all’interno di un albo clinico”, discriminando chi ha svolto un percorso differente durante gli anni di magistrale, e ha posto quesiti poco o per nulla inerenti al tirocinio effettuato, andando a replicare la vecchia modalità d'esame indagando le competenze acquisite attraverso le quattro prove.
Una piccola nota a margine va fatta per Padova, in quanto la terza commissione (70%) ha riportato un dato molto distante dalle altre due (entrambe 90%). Situazione che è stata segnalata all’Ordine del Veneto e per cui si sono prontamente attivati per correggere la disparità di trattamento per chi ha sostenuto l’Esame di Stato e che verrà garantita anche per le prove che inizieranno a giugno 2023.
Si riconfermano come le più eque nelle valutazioni Bicocca (97%), Catanzaro (98%), Torino (98%) e Pavia (99%).
Possiamo concludere, quindi, che il primo anno di EdS riformato è andato piuttosto bene, tranne per pochi, ma gravi, casi e ci possiamo aspettare che la situazione venga replicata anche nei prossimi anni.
Ma cosa ci possiamo aspettare dalla Prova Pratico-Valutativa? Come verrà gestita dal singolo Ateneo? Quale sarà la situazione delle Telematiche? Quando verranno pubblicati i bandi? Quale sarà la finestra di iscrizione e quale saranno le date in cui poterla sostenere? Sarà a distanza o tornerà in presenza?
A tutte queste domande, potremmo finalmente avere delle risposte nelle prossime settimane ma già qualche ateneo ha pubblicato tempo fa le prime informazioni (Trento). Non ci resta che attendere e, come sempre, vigilare su tutto ciò che accadrà.
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