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Esame di Stato 2022: le prime conclusioni

Immagine del redattore: Sebastiano MusolinoSebastiano Musolino

Siamo arrivati alla conclusione anche di questa II sessione del 2022 e a breve potremo fare un quadro di come è andato il primo anno di Esame di Stato riformato, in attesa dell’avvio anche della Prova Pratico-Valutativa che partirà a giugno.


Ricordiamo che entrambe le prove abilitanti andranno di pari passo fino al 2026, come da Decreto Ministeriale n. 554 del 06-06-2022. Dopo questa data, si dovrà chiedere all’università in cui si vorrà svolgere l’EDS di attivare la prova. Inoltre, ogni università che nell’offerta formativa prevede un corso di Laura Magistrale LM-51 in Psicologia dovrà prevedere la PPV.


La maggior parte delle sedi hanno pubblicato gli esiti delle prove e stiamo delineando una sostanziale costanza di dati rispetto alla Sessione di Luglio.


Purtroppo, una prima analisi la possiamo fare in base ad alcune segnalazioni che ci sono giunte da alcunə candidatə che hanno svolto l’EDS presso l’Università di Firenze. E sono tutt’altro che positive.



Infatti, abbiamo riscontrato un netto discostamento rispetto a quello che il Decreto prevede rispetto alla modalità e ai contenuti della prova:


  • la Commissione, invariata se non per un solo elemento rispetto alla I Sessione, ha avuto un atteggiamento sminuente nei confronti dei candidati e delle candidate soprattutto nei confronti di chi non avesse focalizzato il proprio percorso formativo nell'area della psicologia clinica; infatti è stato più volte puntualizzato che la conoscenza puntuale della clinica è condizione necessaria e sufficiente per passare l’esame ed entrare all’interno di un “albo clinico” e chi fa psicologia del lavoro deve esserne consapevole;

  • spesso sono stati posti quesiti poco o per nulla inerenti al tirocinio effettuato, andando a replicare la vecchia modalità d'esame, indagando le competenze acquisite attraverso le quattro prove.


Tutte queste segnalazioni sono state prontamente girate all’ordine degli psicologi della Toscana (come da prassi, coinvolgiamo l’Ordine di riferimento per provare ad avere un intervento e una risoluzione più celere).


Una situazione simile si è presentata nella Terza Commissione dell’EdS svolto presso l’Università di Padova, in cui, anche in questo caso, la Commissione si discostava molto da quello che era il contenuto del Decreto, provvedendo a inoltrare rapidamente le segnalazioni ricevute all’Ordine degli Psicologi e delle Psicologhe del Veneto.


Tuttavia, queste due situazioni hanno portato ad una sostanziale differenza di atteggiamento dei due Ordini: se nel caso dell’Ordine del Veneto c’è stata una volontà di ascoltare, di farsi carico di un chiarimento con l’Università e di provare a trovare una soluzione, l’Ordine della Toscana ci ha risposto con una non risposta, citando l’art. 1 della Legge 56/89 (che conosciamo abbastanza bene, avendo sostenuto anche noi l’Esame di Stato) e liquidando la faccenda lavandosene le mani. Ciò non porta un reale beneficio a nessuno: né all’Università, né all’Ordine, né ai candidati e alle candidate.


Siamo consapevoli che l’Esame di Stato non deve essere considerato come un pro-forma, perché di fatto segna l’ingresso nel mondo professionale (con tutte le responsabilità che ciò comporta), ma non può nemmeno essere un momento in cui si riversano frustrazioni su individui che si stanno approcciando alla professione e pensieri personali su cosa lo Psicologo o la Psicologa dovrebbe essere e fare. Proprio alla luce di ciò che il Codice Deontologico descrive.


Considerare l’EdS come “prova per accedere ad un albo clinico” significa non comprendere e non conoscere le diverse specificità dei vari ambiti applicativi della Psicologia: non esiste solo la Clinica e far parte delle professioni sanitarie non delinea il nostro Ordine come esclusivamente composto da Clinici.


L’Università ha una propria autonomia e l’intervento di un Ordine non deve essere considerato come una sorta di interferenza nelle attività proprie di un Ateneo. Ma ci aspettavamo che venissero verificate queste segnalazioni, come è avvenuto, per esempio, alla Federico II nella scorsa sessione e che ha portato ad un netto cambio di atteggiamento, e che ci potesse essere un dialogo per chiarire la situazione.


Evidentemente, abbiamo un’idea distorta di un Ordine Professionale.


Siamo sempre stati diretti nel comunicare ogni notizia e aggiornamento in merito alle diverse tematiche che seguiamo e affrontiamo quotidianamente ma restiamo a disposizione di un qualsiasi confronto con chi vorrà farlo.


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