Martedì scorso 16 Marzo LAPSI ha partecipato alla conferenza in Senato per discutere del Bonus Psicologo. A tale incontro era presente il Presidente dell’Ordine degli Psicologi David Lazzari, il quale, in qualità di membro ufficiale, siede al Tavolo Tecnico che dovrebbe decidere le sorti di centinaia di migliaia di studenti e laureati in Psicologia. Tanto per fare qualche esempio è infatti compito di tale tavolo decidere:
come dovrà essere sviluppato il nuovo esame di Stato, sia per la fase transitoria che per i nuovi corsi di laurea;
come si andranno a sviluppare i nuovi corsi di laurea abilitanti;
se la riforma dei corsi di laurea avrà effetti anche sulle triennali (L-24);
come si dovrà svolgere il tirocinio professionalizzante per poter accedere all’esame di Stato;
quante ore di tirocinio professionalizzante svolgere e soprattutto in che strutture svolgere tali ore.
Al che abbiamo pensato bene, dato che sono ormai mesi che non riceviamo una risposta su quale sia la posizione dell’Ordine professionale in merito a tali punti, di cogliere l’occasione e di chiedere direttamente di persona a chi dovrebbe saperne più di tutti.

A quanto pare tutti i punti sopra citati non sono stati affrontati in maniera esaustiva all’interno del tavolo tecnico ma saranno a discrezione delle Università. In sostanza ci è stato nuovamente confermato come il nostro Ordine professionale sia stato di fatto scavalcato dai singoli Atenei in merito al potere decisionale sulla formazione della figura professionale che dovrebbe essere tutelata dall’Ordine stesso.
A questo punto una domanda sorge spontanea: a cosa serve il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi?
Un Ordine che non riesce a farsi valere in un’occasione simile di riforma ma si fa mettere i piedi in testa dai singoli Atenei che decideranno in piena autonomia (ci domandiamo a questo punto in base a quali criteri) come strutturare i nuovi Corsi di Laurea. Chi meglio dell’Ordine avrebbe potuto dire la sua in merito a quelle che dovrebbero essere le competenze che psicologi e psicologhe dovrebbero acquisire durante la loro formazione.
E invece no, si è preferito rimanere in disparte, magari anche perché è più facile appaltare quella formazione a master, Scuole di specializzazione o all’ultimo corso di formazione di turno, tutto ovviamente rigorosamente privatizzato e a pagamento.
Per l’ennesima volta ci si è lasciati scappare un’occasione per riformare in maniera efficiente. Occasione ottenuta, tra l’altro, per merito di chi nel Giugno 2020 è sceso in piazza a protestare. E in quelle piazze non c’è mai stato un solo rappresentante del nostro Ordine. Anzi al tempo era più facile additare chi stava cercando di portare un vento di rinnovamento per la formazione professionale come “coloro che non volevano fare l’esame di Stato”, salvo poi saltare sul carro delle lauree abilitanti senza sapere cosa fare a quel punto.
Arrivati a questo momento, vorremmo dei chiarimenti in merito, per rispetto a chi di queste scelte dovrà pagarne il prezzo sulla propria pelle. Perché ogni volta che si prende una decisione, che si agisca o che si rimanga a guardare, quella decisione porta delle conseguenze nelle vite di migliaia di studenti e abilitandi.
Ad oggi rimaniamo in attesa dei Decreti Attuativi che dovrebbero essere resi pubblici entro fine mese (Marzo 2022) e che di fatto a quanto pare, salvo eccezioni dell’ultimo minuto, andranno nuovamente a scaricare la responsabilità sulle Università. Un gioco che abbiamo già visto in passato e al quale ci siamo stancati di giocare.
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