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Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne - Siamo una professione a misura d'uomo



La Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne è stata istituita nel 1977 non per “festeggiare” ma per stimolare una riflessione sulla condizione femminile: in particolare sulle le conquiste vinte dalle lotte femministe ma anche sulle discriminazioni ancora presenti nella nostra società e quanta strada ci sia ancora da compiere per poterle eliminare. È per questo che riteniamo fondamentale incrementare la consapevolezza ed aprire un dibattito e una riflessione circa il Gender Gap, tematica che riguarda da vicino anche la nostra categoria professionale.


Il Gender Gap è “il divario tra generi, con particolare riferimento alla mancanza di equità sociale e professionale”. Questo divario esiste in molti ambiti che impattano profondamente sulla vita quotidiana e il suo svolgimento, come la salute, l’educazione, il lavoro, la retribuzione e tanto altro. Questo fenomeno può essere descritto come di portata mondiale, tanto che negli ultimi anni si è iniziato a parlare di “Shecession” (recessione della condizione femminile).


Cosa accade però all’interno della nostra categoria professionale?


Secondo report elaborati dall’ENPAP nel 2021, la popolazione di iscrittə all’ordine professionale è prevalentemente femminile (si parla del’83% di donne e, solamente, del 17% di uomini) e si è dimostrata una assoluta prevalenza femminile anche all’interno delle nuove iscrizioni.


Verrebbe da pensare che la nostra categoria, essendo una popolazione sbilanciata sul versante femminile, sia in qualche modo esclusa dal fenomeno del Gender Gap … purtroppo i dati vanno a smentire questo pensiero e confermano che “siamo una professione a misura d’uomo”.


Partiamo dalla differenza che si riscontra nella retribuzione economica: secondo il report di ENPAP “DEMOGRAFIA, REDDITI E TREND DEGLI PSICOLOGI ITALIANI” Edizione luglio 2019, basato sui dati del 2017, il reddito netto medio delle psicologhe è inferiore rispetto a quello dei colleghi maschi in tutte le regioni italiane. La differenza media del salario annuale, in base al genere, è di circa 6000 €: i professionisti uomini hanno un reddito medio annuo di 18.403,17 € contro i 12.820,51 € delle professioniste donne. Questo gap diventa più evidente con l’aumentare dell’esperienza e degli anni professionali maturati: se nei primi anni di professione questa differenza è presente ma meno consistente, quando il/la professionista accresce la sua esperienza in termini lavorativi, la differenza retributiva annuale accresce ulteriormente.



L’assunzione all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, invece, rispecchia di più la tipologia di popolazione presente nella nostra categoria professionale. Dalle indagini demografiche condotte dal Ministero della Salute riguardo al personale sanitario, si nota una maggioranza di psicologhe rispetto agli psicologi (trend che trova conferma anche in report che riguardano anni precedenti).



Nonostante ciò, la percentuale di psicologhe che all’interno del servizio sanitario ricopre un ruolo dirigenziale è inferiore rispetto a quella degli psicologi, se valutata in proporzione rispetto alla popolazione di iscrittə all’Ordine.


Questi dati sembrano in qualche modo confermare la tendenza culturale del gender gap anche all’interno della nostra categoria professionale di cui si parla poco e si è inconsapevoli. La condizione femminile negli anni è diventato un tema rilevante ma allo stesso tempo ingombrante.


Sempre più persone (anche all’interno della sfera politica e degli Ordini Professionali) trovano futile parlare di disuguaglianze legate al genere, come se queste differenze non fossero legate alla mentalità e alla cultura in cui siamo immersi, come se questa condizione fosse “qualcosa di naturale e di scontato” per cui c’è poco da fare e non serve intervenire.


Si ha la sensazione di come si continuino a sminuire le grandi problematiche che riguardano la metà della popolazione mondiale, quando in realtà avremmo bisogno di interventi e di azioni concrete per garantire equità, diritti e libertà e ne avevamo bisogno ieri!


Anche nel mondo occidentale e nella nostra professione la strada da percorrere è ancora lunga per poter raggiungere un’uguaglianza formale ma anche sostanziale come è ribadito dall’articolo 3 della nostra Costituzione:


"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."


Alla luce di ciò, BUONA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE!!


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