In questi primi giorni di agosto, in cui volevamo solamente stare tranquillə e goderci una meritata pausa, ci è sorto un enorme dubbio: cosa c'entra il Dl 22 giugno 2023 n.75 o PA Bis con le elezioni previste per il rinnovo del CNOP? Teoricamente nulla, visto che tratta di "disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l’organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l’anno 2025”.
Ma ormai non ci sorprende più nulla e, infatti, andando a spulciare meglio il testo (approvato ieri in Senato e che deve essere convertito in legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale) troviamo all'articolo 8-ter un riferimento alle elezioni che di fatto proroga le elezioni fino al 31 dicembre 2024.
Che vuol dire? Che non si voterà più entro fine 2023 come era stato preventivato ma, più probabilmente, si andrà a votare (forse) a fine 2024. Noi non ci contiamo più di tanto e immaginiamo che la finestra si aprirà nel 2025 ma non possiamo mettere freni alla divina provvidenza.
Ci sono alcuni passaggi, però, oscuri in questa faccenda. Perché una proroga fatta così? Ci fa molto strano leggere in un DL che tratta di ben altri argomenti una specifica sulle elezioni di albi professionali e, ancora più nello specifico, solo quelle che riguardano il nostro ordine professionale.
Ci sembra molto complicato che dei deputati abbiano inserito un emendamento su questo argomento di loro spontanea volontà e presupponiamo che sia stato spinto dal CNOP.
Ma il motivo? Si tratta chiaramente di una manovra poco pulita. Perché sembra più una difficoltà a comprendere il senso di "alternanza", elemento fondante di una democrazia. Forse un ordine professionale, da alcuni, viene visto come un feudo e, secondo questo punto di vista, gli iscritti e le iscritte dei sudditi. "Ma non è la prima volta che si chiede una proroga". Il punto è proprio questo. Una eccezione non può diventare una regola, altrimenti qual è il senso di stabilire delle leggi? Qual è il senso di poter votare se pur di restare incollati ad una poltrona si fa una mossa del genere?
Ma la domanda resta sempre quella: perché?
Qualsiasi motivazione che verrà usata per spiegare la decisione presa (e a quanto pare non condivisa) resta una giustificazione. E ciò non farà altro che minare la credibilità di un ordine professionale, al cui interno ci sono situazioni mai davvero risolte.
Pensiamo ai colleghi e alle colleghe della Puglia, che rimarranno per un altro anno (almeno) senza un vero e proprio consiglio, in quanto commissariato con una sentenza di elezioni illegittime. E solo questo basterebbe per capire la gravità della situazione e dello scarso senso democratico che, a quanto pare, aleggia sul nostro ordine.
Non possiamo fare altro che attendere una risposta da parte del CNOP, illustrando le reali e concrete motivazioni per cui è stata richiesta una ennesima proroga e che per quanto ci riguarda è solo un disperato tentativo di allungare un mandato.
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